In occasione della Giornata mondiale dell’ambiente, il 5 giugno, si è tenuto il convegno, promosso da Soroptimist International Club Perugia, dal titolo “Le nuove sfide dell’allevamento ovino tra tradizione, innovazione e sostenibilità”, presso l’aula Magna del dipartimento di Scienze agrarie, alimentari ed ambientali dell’Università di Perugia, in Borgo XX Giugno.
Partendo dal tema della sostenibilità ambientale delle attività zootecniche, il convegno ha posto una particolare attenzione al settore dell’allevamento ovino che, per le peculiari caratteristiche, può trarre notevoli vantaggi dall’adozione di pratiche di gestione sostenibile che, oltre a garantire prodotti di alta qualità per il consumo umano, riescono a rendere tale allevamento più resiliente e competitivo.
Dopo i saluti istituzionali del professor Gaetano Martino (direttore del dipartimento) e di Gabriella Agnusdei (presidente del Soroptimist International Club Perugia) il convegno è stato aperto dalla relazione “Quanta complessità c’è dietro una semplice fetta di pecorino?” a cura di Paola Scocco (professore associato di Anatomia degli animali domestici dell’Università di Camerino e vicepresidente dell’associazione italiana Morfologi veterinari). Dall’importante ruolo svolto dal pastoralismo nel plasmare, nel corso dei secoli, il paesaggio pastorale appenninico e nell’assicurare la conservazione della biodiversità dei nostri pascoli, Scocco ha parlato della possibilità degli allevamenti ovini di fornire servizi ecosistemici affrontando la sfida di conciliare sostenibilità ambientale ed economica.
Poi è seguita la relazione “Sostenibilità, produttività e benessere animale: verso una possibile coesistenza” tenuta da Massimo Trabalza Marinucci (professore ordinario di Nutrizione e alimentazione animale al dipartimento di Medicina veterinaria dell’Università degli Studi di Perugia e vicepresidente della Società italiana di patologia e di allevamento degli ovini e dei caprini). L’intervento, realizzato con la collaborazione di Francesca Maria Sarti (professore associato di Zootecnia generale e miglioramento genetico al dipartimento di Scienze agrarie alimentari ed ambientali dell’ateneo perugino) è stato dedicato all’analisi del complesso rapporto esistente tra le diverse componenti dell’allevamento ovino, ovvero produttività, sostenibilità ambientale e benessere animale, sottolineando l’importanza di adottare buone pratiche che consentano di conciliare in modo sinergico queste tre componenti partendo da un principio fondamentale: tutelare lo stato di benessere degli animali significa ridurre l’insorgenza di patologie a vantaggio sia dell’efficienza produttiva che dell’impatto ambientale.
A moderare il convegno è stata Giulia Balboni (professore associato di Psicometria e coordinatrice del corso di dottorato in Etica della comunicazione, della ricerca scientifica e dell’innovazione tecnologica dell’Università degli Studi di Perugia), che ha chiuso l’incontro con una riflessione sulla rilevanza della contaminazione fra ambiti diversi di conoscenza per diffondere e divulgare informazioni scientifiche.
«Questo convegno – precisa Gabriella Agnusdei, Presidente del Soroptimist perugino – organizzato in occasione della Giornata mondiale dell’ambiente rientra tra le attività svolte dal club sui temi della sostenibilità ambientale e della lotta ai cambiamenti climatici. Tutti gli studi recenti, pur confermando che il settore zootecnico produce impatti negativi sull’ambiente a causa delle emissioni di gas serra e dell’inquinamento da azoto negli ambienti acquatici, attestano che lo stesso settore può avere impatti positivi sulla biodiversità attraverso il mantenimento di prati permanenti e siepi, nonché sulla quantità di carbonio nel suolo grazie all’uso ottimizzato del letame. L’allevamento ovino, in particolare, rappresenta un settore importante in quanto capace di svolgere ruoli socioculturali, economici ed ambientali e garantire un fonte di reddito vitale per le popolazioni delle zone rurali, comprese quelle marginali. Partendo da tali considerazioni, il convegno si pone l’obiettivo di indicare l’assoluta necessità di adottare pratiche di gestione sostenibile che siano in grado di migliorare la redditività complessiva dell’allevamento ovino anche attraverso l’utilizzo delle nuove tecnologie, sostenere le tradizionali produzioni di qualità del settore e garantire la tutela dell’ambiente e la salvaguardia del paesaggio».