Gli exsiccata (campioni d'erbario) e la Flora completa della Riserva Naturale Statale Montagna di Torricchio, sono visualizzabili cliccando sul seguente link: Cartella Google Drive "Digitalizzazioni Torricchio"
Esempio di campione d'erbario (Crataegus laevigata (Poir.) DC.)
LA RISERVA NATURALE
L'area di studio è rappresentata dalla Riserva Naturale Statale “Montagna di Torricchio”, che si estende su circa 315 ettari nel territorio montano della Regione Marche (Appennino Umbro-Marchigiano) ai margini occidentali del complesso dei Sibillini. L'area è localizzata nel Bacino del Fiume Chienti, all'interno della Val di Tazza, tra le pendici nord-occidentali del Monte Fema (1.575 m s.l.m.) e quelle sud-orientali dei Monti Cetrognola e Torricchio (rispettivamente 1.491 e 1.444 m) e sviluppa a una altitudine compresa tra 820 e 1.491 m. La valle ha un orientamento prevalentemente est-ovest, con il versante orografico destro esposto a nord e quello sinistro a sud. I versanti sono generalmente molto ripidi con aree rocciose distribuite in prevalenza lungo la parte bassa della Val di Tazza dove, in prossimità dell’ingresso della Riserva in località “Le Porte”, si erge una gola con pareti verticali di oltre 100 m.
Nei dintorni del “Casale Piscini” (utilizzato come stazione di ricerca dell'Università di Camerino) sono presenti aree pianeggianti, che proseguono al di fuori della Riserva nella zona denominata “Pian della Cuna”. La Riserva si estende all'interno del Comune di Pieve Torina, lontano dai centri urbani e dalle principali vie di comunicazione ed è priva di popolazione residente.
Nel corso dei secoli i boschi della Val di Tazza hanno rappresentato una fonte di legname per i villaggi circostanti, mentre i versanti privi di copertura arborea erano oggetto di pascolo ovino. Oggi, grazie alla presenza del regime di tutela integrale, la Riserva non presenta attività antropiche rilevanti e costituisce un luogo ideale per osservare le dinamiche naturali degli ecosistemi.
La Riserva “Montagna di Torricchio” è, dal 1970, interamente proprietà dell'Università di Camerino, che ne è anche l'Ente Gestore. A esclusione delle attività di ricerca scientifica e di educazione ambientale, sin dalla sua istituzione sono e tutte le attività antropiche. Una eccezione è stata accordata a una piccola area di prati pingui gestita in maniera tradizionale (prateria semi-naturale) con la finalità conservativa atta a mantenere un ecosistema particolare con elevata diversità floristica, che rientra nelle areale utilizzato della coturnice appenninica (per questo motivo presente nel logo della Riserva).
L'area protetta, la prima istituita nella Regione Marche, è stata dichiarata “Riserva Biogenetica” nel 1979 e riconosciuta come Riserva dello Stato nel 1991; successivamente è entrata a far parte della Rete Natura 2000 come Zona Speciale di Conservazione. Dal 2006 è parte della rete globale per le ricerche a lungo termine (LTER).
ASPETTI GEOLOGICI
L'area della Riserva si estende interamente su substrati prevalentemente calcarei. La formazione della Scaglia Rossa si rinviene soprattutto nei medi versanti e sulle sommità dei monti, mentre sedimenti marnoso-calcarei con Marne a Fucoidi sono presenti nei versanti più in basso. Maiolica e Calcare Massiccio formano i dirupi rocciosi, mentre detriti e depositi colluviali caratterizzano le aree pianeggianti. Gli accumuli detritici ai piedi dei versanti, generalmente sciolti o poco cementati, sono costituiti prevalentemente da elementi calcarei; una porzione di questi elementi è comunque rappresentata da selce presente in strati e noduli all’interno della Scaglia Rossa, della Scaglia Bianca e della Maiolica.
I suoli sono inclusi nella categoria dei litosuoli (versanti scoscesi ed esposti a sud), in genere basici o neutri con abbondanti detriti e una profondità massima di 25 cm. Sui versanti meno acclivi e su quelli esposti a nord, sono presenti Rendzine che raggiungono i 40-50 cm di profondità, con un elevato contenuto di sostanza organica e un pH che varia da neutro a sub-acido. Le aree pianeggianti presentano suoli profondi anche oltre un metro, privi di carbonati, senza scheletro e con pH da sub-acido a debolmente acido (Deiana e Pieruccini, 1976; Kwiatkowski e Venanzoni, 1994).
CLIMA
Il clima è sub-Mediterraneo, con stress da freddo invernale e aridità estiva. La durata e l'intensità dei due tipi di stress dipende dalla quota, dall'esposizione e inclinazione dei versanti (Orsomando et al., 2000). Le precipitazioni medie annuali raggiungono circa 1.250 mm (massimi di oltre 1.700 mm) (Venanzoni, 2003), con picchi stagionali in primavera e autunno e un breve periodo di aridità variabile tra metà luglio e fine agosto. La temperatura media annua è di circa 11 °C (Orsomando et al., 2000; Chelli et al., 2019).
Dati dettagliati relativi al periodo 2006-2017 rilevati dalla stazione meteorologica locale (localizzata a quota 1.150 m) mostrano picchi di precipitazioni a novembre (195 mm) e dicembre (145 mm), mentre i valori minimi sono registrati nei mesi di luglio (38 mm) e agosto (63 mm). I mesi più freddi sono gennaio (temperatura media: 0.4 °C) e febbraio (temperatura media: 0.1 °C). I mesi più caldi sono luglio (temperatura media: 17.1 °C) e agosto (temperatura media: 16.7 °C).
FLORA E VEGETAZIONE
La Riserva è caratterizzata da una discreta varietà di tipi di vegetazione. Le foreste ricoprono i due versanti della Val di Tazza fino una quota di 1080 m circa e risalgono lungo le medie pendici nord-occidentali del Monte Fema, con cedui e fustaie di faggio (Fagus sylvatica subsp. sylvatica), tasso (Taxus baccata) e agrifoglio (Ilex aquifolium), appartenenti all'associazione Lathyro veneti-Fagetum sylvaticae, estendendosi fino a circa 1.300 m s.l.m.. Alle quote inferiori si rinvengono boschi di carpino nero (Ostrya carpinifolia), che appartengono alle associazioni Scutellario columnae-Ostryetum carpinifoliae (nei versanti esposti a nord) e Scutellario columnae-Ostryetum carpinifoliae variante a Quercus pubescens subsp. pubescens (boschi chiari, nei versanti esposti a sud delle basse pendici di Monte Cetrognola-Monte di Torricchio). Comunità arbustive con citiso a foglie sessili (Cytisophyllum sessilifolium) e ginestra (Spartium junceum) (associazione Spartio juncei-Cytisetum sessilifolii) e con prugnolo (Prunus spinosa), dell'ordine Prunetalia spinosae, coprono buona parte delle basse pendici orientali del Monte Cetrognola-Monte di Torricchio e quelle occidentali del Monte Fema, sia nelle radure, che negli ambienti pascolivi.
Le aree pianeggianti sommitali del Monte Cetrognola-Monte di Torricchio e di Colle Rotondo presentano alcuni lembi di praterie semi-mesofile dominate dal forasacco (Bromopsis erecta subsp. erecta) e dai sognaglini comuni (Briza media), appartenenti all'associazione Brizo mediae-Brometum erecti, mentre nelle zone più aride sottostanti, in un intervallo compreso tra i 1100 e i 1300 m, è presente l'associazione Asperulo purpureae-Brometum erecti subass. teucrietosum montani. Alcuni lembi dominati dal falasco o paleo rupestre (Brachypodium rupestre) si rinvengono localizzati principalmente su aree semi-pianeggianti con suoli più profondi, come sul Monte Cetrognola, mentre praterie arido-sassose o pietraie con sesleria dei macereti (Sesleria nitida subsp. nitida) e Bromopsis erecta subsp. erecta (associazione Seslerio nitidae-Brometum erecti) occupano i versanti più acclivi e suoli superficiali, con ampie penetrazioni anche nei boschi circostanti.
L'area semi-pianeggiante localizzata nella parte alta della Val di Tazza, di fronte il Casale Piscini e parte del Pian della Cuna è costituita da prati falciabili, aperti periodicamente al pascolo bovino; tali prati sono caratterizzati dalla presenza della covetta dei prati o cinosuro (Cynosurus cristatus) e sono riferiti all'alleanza Cynosurion cristati. La Riserva include anche numerose pareti rocciose e una gola nel tratto iniziale della valle in località “le Porte” con stazioni di leccio (Quercus ilex subsp. ilex), oltre ad ambienti di vegetazione nitrofila e igro-nitrofila, ruderali e piccole aree umide rappresentate da pozze e sorgenti.
Per quanto riguarda le caratteristiche della Flora vascolare della Riserva (forme biologiche e tipi corologici) si è fatto riferimento alla recente pubblicazione scientifica “An updated checklist of the vascular flora of Montagna di Torricchio State Nature Reserve (Marche, Italy)” di Ballelli et al., 2020.
Lo spettro delle forme biologiche della flora mostra una dominanza di emicriptofite (50,9%) e terofite (19,2%), mentre meno rappresentate sono le geofite (13,3%), fanerofite (7,8%), camefite (6,3%) e nanofanerofite (2,5%).
Per quanto riguarda i tipi corologici, la flora include il 31,3% di specie europee, 26,7% euroasiatiche, 24% mediterranee e 7,0% boreali, mentre i taxa asiatici, atlantici e ad ampia distribuzione sono inferiori al 5%. Le specie endemiche (il cui areale di distribuzione è limitato al territorio italiano o strettamente limitrofo, o addirittura regionale) sono il 6,3% della flora totale, valore che risulta essere piuttosto elevato rispetto alla limitata estensione della superficie della Riserva.
L’ESPLORAZIONE FLORISTICA NELLA RISERVA
Le osservazioni floristiche, con relativa raccolta di specie, sono iniziate in modo sistematico nel 1974 e sono dovute a Ballelli S. e Francalancia C., proseguite poi anche negli anni successivi fino alla stesura della “La flora della Riserva naturale di Torricchio” e “Dati aggiuntivi alla flora di Torricchio” (Ballelli e Francalancia, 1982, 1987). Lo studio della componente floristica riprende con alcune raccolte da parte di Ivan D. (1991) e Pinzi M. (1994-95), mentre Ballelli S., nell’ambito dell’attività dell’erbario locale continua negli anni 1993-1999 l’esplorazione al fine di verificare eventuali variazioni. La ricerca sulla flora della Riserva rientra infine nel progetto per la produzione di una check-list aggiornata della flora vascolare coordinata da Ballelli con una equipe costituita da Pennesi R., Cervellini M., Chelli S., Cianfaglione K., Lucarini D., Piermarteri K. e Tardella F.M.. Altri contributi, anche se non prettamente floristici, ma che sono serviti a volte per un controllo, si devono a ricerche di vario tipo, da quello fitosociologico, ecologico, a quello conservazionistico-protezionistico a cura di Pedrotti F., Canullo R., Catorci A., Campetella G., Venanzoni R., Gafta D., Wellstein C., Spada F., Mucina L. e Bartha S. Tali contributi, compaiono nei volumi de “La Riserva Naturale di Torricchio” e sono pubblicati su riviste scientifiche e volumi monografici (cfr anche la bibliografia posta alla fine del volume). Per ulteriori dettagli si rimanda alla checklist della flora vascolare (Ballelli et al. 2020; https://doi.org/10.3897/italianbotanist.9.50032).
Oltre a coloro che sono stati direttamente coinvolti nelle raccolte o hanno contribuito alla realizzazione di questo volume, gli autori vogliono ringraziare tecnici, ricercatori, professionisti, manutentori, appassionati e cultori, studenti, laureandi, dottorandi italiani e stranieri, che con noi apprezzano la bellezza e l’importanza di quella che semplicemente chiamiamo Riserva di Torricchio.